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IL CAMMINO DELLA LUCE. “ siamo tutte uniche”!!!

  • Angela Baldiserotto e la sottoscritta
  • 7 nov 2017
  • Tempo di lettura: 7 min

Il treno si ferma ad Argenta e noi scendiamo per dare inizio al nostro cammino che ci porterà a Ravenna, un a Ravenna, un pezzo della antica via romea germanica. Ed eccoci arrivate in questo tratto con lo zaino pieno e il vento, le nuvole che ci inseguono. A Longastrino l'autista arrivato al capolinea ci fa scendere. Un vento impetuoso ci sorprende, in corriera non si avvertiva. Teresa guarda in su e vede le nuvole scure, risale e pensa:” Sono emozionata e preoccupata per tutti i chilometri da macinare e anche perché il mio benessere per un raffreddore in arrivo non è eccellente cosa penso di trovare e che cosa mi aspetto?” Sale rapidamente nel taxi bus:” C'è troppo vento, ripete, non senti?” La guardo stupita, eravamo appena scese! L'autista ridacchia e pensa:” Chissà se queste due donne mature arriveranno a piedi fino a Ravenna, come avevano detto con orgoglio, zaini in spalla”. Gentilmente ci conduce fino ad Anita. Scendiamo nel centro del paese che ricorda la famosa compagna di Garibaldi. In questo territorio presso la fattoria Guiccioli a Mandriole, morì il 4 agosto 1849, l'eroina dei due mondi a soli 28 anni.

una chiesa, un bar, tre case e un ristorante....ci guardiamo attorno, campagna arata a a vista d’occhio, tutta coltivata dove tutto è piatto.

L’ ostello é stato ricavato dalla vecchia scuola elementare restaurata a nuovo.

dopo una telefonata,viene ad aprirlo una gentile signora che ci informa di tutto: pare che siamo sole nel territorio di Igor il ricercato e mai trovato omicida russo. speriamo bene. Teresa era informata della storia, mentre io non avevo collegato …

usciamo per sgranchire le gambe mentre i nuvoloni ora si sono fatti carichi di pioggia andiamo alla ricerca dei segnali della via romea germanica, ma riceviamo solo informazioni verbali sulla sua esistenza.

anzi scopriamo che pochi ci sono passati. a noi quindi il compito di testala .un simpatico agricoltore del posto ci evita la sgradevole lavata e tra tuoni, fulmini e saette torniamo all’ostello accompagnate in macchina.

grigiore nero, pioggia ma al ristorante “ristoro di Anita” ci rifacciamo con un menu a base di pesce ottimo garganelli alle canocchie, grigliata mista di pesce e per finire messo in bocca dal gestore del ristorante uno un misterioso zuccherino alla menta che brucia la bocca e ci lascia senza parole.

la luna e le stelle ora fanno capolino in una serata nitida e bella. tutto si è aperto anche il nostro discorrere sui tempi passati insieme: ti ricordi.... ti ricordi... infatti siamo state compagne di scuola all’ultimo anno dell?istituto magistrale

una piccola passeggiata e arriviamo al circolo aperto del PD. troviamo gente desiderosa di chiacchierare con due donne pellegrine e, sbalordita, una signora ripete:” ma scherzate, arrivate a piedi fino a Casalborsetti?” noi non vediamo l'ora di andare a dormire perché domani ci aspettano 26 chilometri a piedi con lo zaino al completo.

colazione al bar classica: cornetto e cappuccino; siamo desiderose di conoscere l'antica via.

Teresa si chiede perché aveva accettato l'invito di Angela. ad Anita dove avevamo dormito ha sentito che comunque sarebbe stata una bella esperienza e che no sempre su ciò che facciamo abbiamo delle risposte. non tutto si può pianificare: la serenità, la felicità si può trovare anche in questo viaggio? forse bisogna avere il coraggio di lasciare le abitudini per andare verso il nuovo.

2 giorno

Il sole oggi c'è, non è limpido ma lievemente coperto

Il primo tratto passa nella strada asfaltata poi vediamo l’argine del fiume Reno e svoltiamo a destra. Non ci sono indicazioni e la cartina che abbiamo con noi non ci aiuta . Qui tutto sembra uguale , senza punti di riferimento se non il fiume. Dappertutto campagna e fattorie disseminate non passa nessuno. Arriviamo all’agriturismo “Prato Pozzo” dopo aver macinato già 6 km. Io penso: “ siamo solo all’inizi ancora”...mi colpisce la piattezza del paesaggio, l’argine che ora scorre tra fiume e le valli di Comacchio, terra umida e ricca di vegetazione lacustre di anguille, pesci allevati, pescatori, e fenicotteri che si scorgono in lontananza tranquilli a riposo senza voli a pelo d’acqua. Ci accompagna una luce riflessa che non ci permettere di vedere bene, siamo immerse nella luce. Ecco perché questa tappa viene chiamata :” Via della Luce” . E proprio così.

Intanto arriviamo al traghetto che ci dovrebbe portare all’altra riva del Reno. Ma dopo aver consultato il traghettatore decidiamo di proseguire sul lato sinistro del fiume senza passare per Sant’Alberto. L’immersione nell’acqua salmastra della valle ci permette di scorgere tamerici,canne palustri , salicornia, limonio, e solo una parte della decantata varietà ornitologica d’Italia che vanta più di trecento specie di uccelli. Alla luce al sole ora si aggiungono gruppi di moscerini. Fa caldo lo zaino ci sega le spalle, facciamo due soste ...Teresa ribadisce ,facendosi sentire la stanchezza, “ Qui è bene venire in bicicletta mentre sente che il nuovo la porta a sentire la stanchezza, il caldo, il ronzare dei moscerini e delle zanzare”.

Sono già 5 ore che camminiamo sopra l’argine che sembra non aver fine.

Infatti incontriamo qualche ciclista ma a piedi come noi nessuno. Un capanno costruito per la sosta ci permette di ripararci, l'erba non è ben tagliata, osserva Teresa, ma intanto ci riposiamo. Il cartello segnala che manca 1 ora alla Romea e

già scorgiamo in lontananza il mare.

All'incrocio e al sottopassaggio troviamo la prima indicazione del percorso e questo ci rincuora.

Nelle valli le fattorie a poco a poco si sono trasformate in Casoni, fatti di pali, paglia e canne palustri, che in passato forse hanno svolto la funzione di luoghi in sorveglianza contro la pesca di frodo. Ora il sentiero passa vicino alle case di pescatori e c'incantano le padelle enormi sospese come mammelle rovesciate, latte per i pesci.

Un furgone si avvicina, non mi par vero: chiedo indicazioni per Casalborsetti e il conducente sorridendo mi risponde:” Guardi che mancano ancora tre o quattro chilometri.” Aggiunge:” Ma siete a piedi?” Certo, sorrido divertita. Alla fine si offre per un passaggio così evitiamo la strada asfaltata. E' un cacciatore e quando scopre che arriviamo da Anita ci guarda sbalordito e ripete:” Siete matte da Anita, siete matte”. Si capisce che non è sua abitudine vedere donne in cammino. E' un tipo sornione e scherzoso ma gentile.

Alla sera a Casalborsetti il tramonto da mozzafiato ci ripaga dalla fatica e mi pare che anche Teresa, pur raffreddata e senza voce, si rianimi. La natura, la luce, il sole, l'acqua, sono elementi che danno energia vitale e ci fanno tornare alla nostra vera essenza.

3 giorno

Partenza con l’ aurora marina. Si cammina lungo la ciclabile che porta a Marina di Ravenna.

Piena di campeggi tra pini marittimi e oleandri... Non c'è vento che ci sospinge, silenzio e lo sciacquio del mare

Teresa mi segue in silenzio, non è andata in farmacia, lei tossisce con discrezione, ha paura che l'amica le ricordi:” allora hai preso la tachipirina?” Ora no le ripete, “ questa sera, dopo cena a stomaco pieno” e intanto si dice:” Non aver paura è solo una giornata faticosa ma se continuo a camminare ed ammirare il paesaggio mi riprendo e mi sento in gamba e fortunata ad aver raggiunto la meta assieme ad un'amica”.

Al primo canale giriamo a destra. Adesso i segnali della via romea sono continui e mi fanno tornare in mente la via Francigena, percorsa con altre amiche.

Arriviamo alla famosa pineta che costituisce la parte più vasta del complesso forestale che separa Ravenna dal mare. Siamo dentro al bosco di San Vitale.

Teresa è silenziosa, forse prega io la lascio tranquilla ognuno ha il proprio passo. Ieri sera nel nostro discorrere abbiamo rielaborato un concetto significativo: “ Non esiste la stranezza ma la unicità”.

Abbiamo capito che siamo uniche e sono proprio le nostre differenze che ci arricchiscono.

Ci avevano informate che oggi domenica 8 ottobre iniziava la caccia.

Ma noi coraggiose lo siamo per natura ,forse anche incoscienti, sta di fatto che la bellissima pineta era strapiena di cacciatori, schioppettate, botti, pallini che piovevano dal cielo e penne di uccelli per terra nella stradina sterrata. Teresa pare impaurita. Io rimango silenziosa:” che fare?”

Alla mia domanda lei ripete:” io non torno indietro”, Testarda come un mulo è sempre stata ma forse in questo ci assomigliamo e quindi si avanza in una pineta splendida ricca di profumi oasi di silenzio in altri giorni non oggi .Ci si mettono anche le zanzare ad infastidirci pungono a volontà.

Sono 8 km da percorrere in mezzo ad un splendida e verdissima pineta di San Vitale, che oltre alla presenza di pini, comprende frassini, pioppi, querce e farnie, ha un ricco sottobosco, ma il contesto è assai strano: berretti arancioni sbucano da ogni parte e molti botti ci rompono i timpani per tutto il cammino. Non vediamo l'ora di uscire da quella foresta poco incantata...e pericolosa. Per fortuna incontriamo dei ravennati con i cestini pieni di funghi , questo ci solleva lo spirito. Forse siamo arrivate alla fine del bosco, sane e salve.

All'ingresso della città al mausoleo di Teodorico ci fermiamo al primo ristoro e ci gustiamo una vera pausa. Teresa non si è mai lamentata e la medicina la prende domani e nel suo cuore pensa:” E' stata una bella, bella camminata, grazie Angela per averla condivisa con me”.

Entriamo dalla porta, siamo a Ravenna, un vero gioiello dal punto di vista storico-artistico, diventata importante da quando Augusto si fece costruire il porto di Classe. Con calma arriviamo alla piazza del Popolo, centro della città. Ancora altri passi e troviamo la chiesa di San Francesco di fronte e, in pochi minuti, eccoci al B&B “ Al Borgo”. Da fuori non dice niente ma appena entriamo ci troviamo un bel giardino e la nostra camera è accogliente. Siamo stanche, ma contente. Adesso il meritato riposo e poi, con la bicicletta, la visita a Ravenna è resa più facile.

Un primo assaggio della Via Romea Germanica, rifletto, la cosiddetta Francigena tedesca. Strettamente legata alle attività degli Ottoni, imperatori Sassoni. In Italia passava per Arezzo in virtù di scambi culturali, commerciali ed altro; l'itinerario nel suo stato generale è rimasto quello delle origini, in alcuni tratti e tappe è tale e quale...

Il percorso è stato in Italia sostenuto e curato dalla Università di Firenze. Viene definito il più ricco per paesaggi storici, naturali e bellezze artistiche. E' lungo Km 2.220, attraversa Germania, Austria e Italia. In Italia percorre anche la pianura padana: le zone umide di Comacchio e le pinete litoranee di Ravenna, un cammino nella pianura, mai fatto prima, dove la lunghezza del percorso sembra dilatarsi nel tempo e nello spazio. La luce ci ha accompagnato nel primo tratto, il verde della pineta nel secondo. Ma quello che sicuramente rimarrà sarà l'amicizia di due donne: matte, coraggiose, caparbie ma soprattutto uniche.

 
 
 

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